Campo Base

Home…………Contatti………..Eventi………..Newsletter…………Blog

30 GIUGNO VISITA DEI MONASTERI BENEDETTINI DI SUBIACO.
Pranzo presso la Foresteria a menu turistico € 19,00 a persona.
Stiamo concordando con i frati Benedettini gli orari della visita. La regola vuole che i siti da visitare siano chiusi dalle 12.30 alle 15.00 creando queste due ore e mezza di “buco” che solo in parte possono essere occupate dal pranzo. La nostra richiesta è di ottenere un'autorizzazione speciale per la visita in orari diversi.Vi terremo comunque informati.

Come raggiungerci
In auto: con la A24 Roma - L'Aquila uscita Vicovaro-Mandela, proseguire per Subiaco, (23 Km) attraversare il paese e prendere la strada a sinistra che porta a Jenne dopo circa 1.500 mt sulla sinistra troverete il cancello della Foresteria.

Con i mezzi pubblici: dalla Stazione di Ponte Mammolo di Roma (che è anche una fermata della Metropolitana) ci sono autobus per Subiaco quasi ogni ora vedi Orario Aggiornato Cotral (tel. 0039077485526, sito web cotralspa.it), il capolinea è a circa 3 Km dal Monastero.

Pranzo presso la Foresteria del Monastero di S.Scolastica dalla quale riceviamo la seguente specifica:
Da: Monastero S. Scolastica, Foresteria
Ospitalità per singoli - Gruppi organizzati Convegni - Attività Pastorali - Campi Scuola.
00028 SUBIACO (ROMA) - TEL. 0774/85569 - FAX 0774/822862 Internet: http://www.benedettini-subiaco.it E-Mail: foresteria@benedettini-subiaco.it Cod. Fisc. 01601540584 - P. IVA 01008691006

PRIMO MENÙ
- Panzanellina romanesca
- Mezze maniche con filangè di zucchine e pomodorini
- Scaloppa con rucola e limone
- Patate al rosmarino
- Torta gelato ai frutti di bosco
- acqua e vino
• € 19,00


Monastero di Santa Scolastica

Dei dodici monasteri voluti da San Benedetto nella valle sublacense, l'unico sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene fu quello di Santa Scolastica, che, sino alla fine del XII secolo, fu il solo monastero di Subiaco.

In origine si chiamò “Monastero di San Silvestro”, successivamente (IX secolo) fu detto “Monastero di San Benedetto e di Santa Scolastica” e nel XIV secolo prese il nome attuale. Si presenta come un complesso di edifici costruiti in epoche e stili diversi: un ingresso, sul quale figura la scritta “Ora et Labora”, con strutture del XX secolo, introduce nel primo chiostro o “Chiostro Rinascimentale” del secolo XVI, dal quale si passa in un secondo chiostro o “Chiostro Gotico” del secolo XIV ed, infine, in un terzo, detto “Chiostro Cosmatesco”, del secolo XIII. Il Campanile è del XII secolo e la Chiesa attuale è della fine del 1700, l'ultima di ben cinque chiese stratificatesi lungo i secoli. Il monastero ebbe il periodo di maggiore splendore tra il secolo XI e il secolo XIII.

Nel 1465 i due chierici tedeschi A. Pannartz e C. Sweynheym vi impiantarono la prima tipografia italiana, che arricchì la Biblioteca, già esistente, di incunaboli e di libri di grande valore. La Biblioteca è oggi situata sul lato nord del Chiostro Gotico, mentre il Refettorio si trova nel lato ovest del Chiostro Cosmatesco, un tempo sormontato dal Dormitorio.

Il monastero di Santa Scolastica si trova ad est di Subiaco, a 510 metri di altezza, ed è disposto longitudinalmente e parallelamente alla valle, dove, per secoli, vissero nella contemplazione e nella preghiera, eremiti e monaci, che le meritarono il nome di “valle santa”.

Monastero di San Benedetto clicca per ingrandire Pio II, visitando il Monastero di San Benedetto nel 1461, lo definì “nido di rondini”. Incassato nella roccia a strapiombo sulla valle sottostante, tale appare al visitatore che percorre il Bosco Sacro. Pareti, volte e scale, perfettamente integrate nella pietra cui si appoggiano, con la loro irregolarità, garantiscono un'autentica suggestione in chi si avvicina per visitarlo. Composto da due Chiese sovrapposte e da Cappelle e grotte, interamente affrescate in epoche diverse, costituisce un monumento unico, per bellezza e spiritualità, tra quanti la storia della Chiesa e dell'Arte hanno abbondantemente dotato il nostro Paese.
Sacro Speco
La Grotta di San Benedetto, chiamata anche “Grotta della Preghiera”, è il principale punto di riferimento di tutto il sacro complesso.

E' un anfratto del monte Taleo, dove, come dice san Gregorio Magno nel II libro dei “Dialoghi”, San Benedetto si ritirò a vita eremitica per tre anni, ignoto a tutti, fuorché a Dio e al monaco Romano, che dall'orlo della roccia sovrastante, mediante una lunga corda, mandava al Santo il cibo essenziale per la sopravvivenza.

In seguito al tentativo di avvelenamento da parte di Fiorenzo, parroco della chiesa di San Lorenzo, situata sulla riva sinistra dell'Aniene, San Benedetto abbandonò la grotta ed essa rimase per circa seicento anni solo luogo di preghiera per quei religiosi che vivevano nel vicino monastero di Santa Scolastica.

Nel 1090 l'abate di tale monastero, Giovanni V, dette al monaco Palombo, che gliene aveva fatto richiesta, il permesso di stabilirsi nelle immediate vicinanze della grotta e di condurvi vita eremitica. Dopo il 1193 al Sacro Speco si insediò una comunità di dodici monaci, con una propria amministrazione, guidati da un priore dipendente dall'abate di Santa Scolastica, e la roccia nella quale la grotta è inserita subì adattamenti e modifiche strutturali, per agevolarne l'accesso e consentire il normale svolgimento della vita monastica. Il papa che, in quel periodo, maggiormente ebbe a cuore l'esperienza benedettina, fino a riformarla, fu Innocenzo III, che andò spesso a Subiaco e valorizzò lo Speco.

Ancor oggi è possibile ammirare, all'interno della grotta, un paliotto d'altare di quell'epoca, opera cosmatesca, testimonianza del gusto che i marmorari romani allora diffondevano. Alla fioca luce delle dodici lampade si può vedere, inoltre, la bianca statua opera di Antonio Raggi, allievo del Bernini, che raffigura il giovane Benedetto in preghiera, con le braccia sul petto e gli occhi rivolti alla croce. La nuda roccia accresce la profonda suggestione del luogo, nel quale non fu e non è difficile “cercare” e trovare Dio.

Ultima modifica: 2012/06/21 09:53